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Didattica a distanza.... quello che le maestre e i maestri non dicono....

La risposta delle istituzioni scolastiche alla quarantena è stata rapida: “Didattica a distanza” !
Se ne parla in tutte le case: insegnanti che imparano a usare il computer, mamme che scaricano le app, digitalizzazione forzata di tutte le menti giovani e meno giovani. Tutto per restare in contatto, per non perdersi. Per non perdere l’anno, per non perdere il lavoro, per non perdere l’istruzione…ciò che prima era scontato ora va attivamente mantenuto vivo dall’elementari alle superiori.
E poi ci sono i bambini dell’asilo e della scuola dell’infanzia.
Loro non hanno una canonica didattica a distanza ma ricevono del materiale didattico calibrato sui bisogni e capacità cognitive/relazionali consone alla loro età.
Fino a 1 mese fa le educatrici del nido e le maestre della scuola dell’infanzia erano coloro a cui venivano affidati i bambini per 8 ore al giorno, 5 giorni su 7. Erano quelle che raccontavano ai genitori una versione inedita dei loro figli:
“Dorme da solo? Ma se a casa non si schioda dal lettone!”
“Ascolta la lettura delle storie? Ma se con me è sempre scatenato!”
“Mangia i ceci? Ma se a casa li usa solo come biglie!”
I bambini sperimentano parti di sé fuori casa e sviluppano aspetti della loro personalità coadiuvati dalle insegnanti e dal gruppo di pari.
Le insegnanti non sono le mamme.
Non sono le zie.
Le maestre hanno una influenza educativa proprio perché sono LE maestre.
Una volta varcata la soglia della classe i bambini e le maestre si incontrano in un mondo che appartiene solo a loro, dove avviene quella crescita di cui parlavamo prima.
E’ un luogo di scambio relazionale che non appartiene ai genitori.
Durante la quarantena la maestra per raggiungere il bambino deve affrontare i limiti
della propria casa,
della propria connessione internet,
dello stress della commistione tra domestico e professionale,
dell’imbarazzo della produzione di una canzoncina guardando un obiettivo, guardando chi le sta videoregistrando invece che gli occhi incantati dei bambini,
dell’incapacità di inviare un file troppo pesante,
per poi venire alle successive barriere che forse non avevano messo in conto: quelle del cellulare della mamma che non ha memoria per scaricare il file, che ha altri 2 figli grandi alle prese con la didattica a distanza, che riceve quella canzoncina pensando che è stonata, sfocata e che è la stessa che si può vedere molto meglio confezionata su youtube.
Ed ecco che l’incontro tra la maestra ed il bambino semplicemente, non avviene.
Ed ecco che le maestre fanno un lavoro tanto prezioso quanto inutile.
Il video della canzoncina necessita di una posologia di somministrazione.
Se per farmi passare il mal di testa prendo una aspirina, la sbriciolo, la faccio bollire, la filtro e bevo il decotto, è verosimile che continuerò ad avere mal di testa e mi lamenterò dell’inutilità dell’aspirina.
L’ambiente
Siamo da tempo bombardati da concetti montessoriani (o sedicenti tali) tornati di moda. Migliaia di mamme investono finanze ed energie nel creare un ambiente “montessoriano” per i loro figli fin dalla nascita. A misura di bambino, congruo alle esigenze della sua età. Torri di apprendimento, letti montessoriani, armadi costruiti a dimensione bambino, la lista può essere lunghissima.
Ma durante la quarantena, le case sono altrettanto a misura di bambino?
Siamo sicuri di aver osservato bene l’ambiente in cui proponiamo ai nostri bambini di incontrare le loro maestre?
Costruire il luogo di incontro
Scegliete un posto della casa adeguato a “ricevere le maestre” e mantenetelo constante giorno dopo giorno. Fate in modo che sia un posto dignitoso per tale incontro: l’angolo lettura in cameretta, il divano…
Non guardate i file (almeno non la prima volta) a tavola/sul vasino/con la tv accesa etc
Non lasciate i vostri figli da soli a guardare il video sperando che siano intrattenuti a sufficienza da consentirvi di fare altro. (Se mettete a confronto la maestra che canta o Peppa Pig che grugnisce state tranquilli che vince Peppa. La maestra non è lì davanti a lui per intrattenerlo.)
Il genitore deve essere il luogo di incontro tra la maestra e il bambino, deve accorciare quella distanza fatta di barriere e di limiti che si sono interposti tra il bambino e LA SUA maestra.
Costruire il tempo dell’incontro
Scegliete un momento della giornata che sia congeniale alla visione. Considerate che è un momento prezioso per i bambini, fate quindi in modo che siano riposati per poter accogliere ciò che arriva dalle maestre....Siete invitati a leggere l'articolo per intero....
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