...STIAMO RACCOGLIENDO LE VOSTRE E LE NOSTRE COSE....
LA SCUOLA VA RIPULITA, RIORDINATA E INSCATOLATE TUTTE LE COSE...
RIVEDERE I DISEGNI, LE AULE, I GIOCHI, I LIBRI CHE TANTO CI HANNO FATTO SOGNARE, CI FANNO PENSARE A QUANTO SIA STATO BELLO ANDARE A SCUOLA...UNA PICCOLA GRANDE FORTUNA...
In un villaggio ai piedi della collina, vicino ad un fiume
dalle rive piene di sassi e cespugli, c’era la tenda di una famiglia felice. Il
papà, Orso Bruno, cavalcava tutto il giorno a caccia di cibo con un cavallo
nero, veloce e robusto, mentre la mamma, Luna Placida, raccoglieva erbe, con le
quali preparava zuppe profumate, poi lavorava le pelli per fare scarpe, abiti e
borse per i suoi bambini e naturalmente si occupava degli animali da cortile.
La figlia più grande, Sguardo Lucente, così la chiamarono
quando nacque. Appena aveva aperto gli occhi, tutti erano rimasti incantati dal
loro colore: erano verdi, con pagliuzze dorate e brune.
Alla luce del sole diventavano quasi verde-azzurro, come la acque
del laghi di montagna, quando invece c’erano le nuvole o la pioggia, assumevano
sfumature grigie.
Le giornate scorrevano tranquille e di sera Luna Placida
cantava lente canzoni per far dormire i suoi piccoli. Solo i rumori della
natura accompagnavano il sereno scorrere delle ore.
Un giorno si scorse in lontananza un fitto polverone, denso e
grigio, come il fumo di un grande fuoco. La polvere che avanzava e si colorava
di giallo e marrone, formando mulinelli che trascinavano foglie e sabbia. Nel
villaggio tutti si radunarono a guardare, immobili, quasi stregati dallo strano
fatto.
Improvvisamente la polvere si fermò, calò pesante a terra e
dall’aria diventata immobile emersero figure a cavallo, con capelli chiari, vestiti blu
polverosi e strani oggetti di metallo.
Rimasero fermi, mentre il più anziano di loro, dalla barba
bianca e dagli occhi azzurri, freddi come il ghiaccio, avanzava lentamente.
Grande Bisonte, il capo tribù, gli si fece incontro,
appoggiandosi al lungo bastone e al suo passaggio tutti si fermarono, in segno di
rispetto.
Lo straniero scese da cavallo e gli si avvicinò. Chiese di
parlare con lui in un luogo isolato e Grande Bisonte lo invitò nel tepee, la
grande tenda al centro del villaggio, indicandoglielo con un movimento lento e
solenne. Per tutta la durata dell’incontro, uno strano silenzio calò sulle cose
e sulle persone. Dopo un tempo che sembrava non avere mai fine, lo straniero
uscì dal tepee, si diresse verso i suoi uomini , salì sul cavallo e sparì nella
nuvola di polvere che aveva accompagnato il suo arrivo.
Un volo di corvi neri passò sul villaggio, mentre aumentava l’attesa
per Grande Bisonte, rimasto seduto immobile nel suo tepee.
Grande Bisonte si affacciò sulla soglia della tenda e “I capi
famiglia vengano subito a colloquio nella grande tenda “ disse lentamente.
Poi uno ad uno gli uomini uscirono a capo chino, con i visi
scuri e preoccupati.
Come un fulmine si diffuse la notizia.
Gli abitanti del villaggio dovevano spostarsi in un pasto
chiamato “riserva”, perché la terra su cui avevano costruito il loro villaggio non apparteneva più a loro ma agli uomini dalla pelle bianca.
Sguardo Lucente si preparò al viaggio verso quel luogo
lontano e sconosciuto insieme alla sua famiglia. La sera prima della partenza,
fissando una luna piena che sembrava sorridere dal suo spazio sicuro e libero,
salutò quel luogo magico in cui era cresciuta e aveva vissuto fino ad allora,
con la certezza che nulla sarebbe stato più come prima.
Il tempo passava, Sguardo Lucente non aveva più un bel posto
in mezzo alla verde, ma nella riserva che era stata assegnata alla sua tribù,
dove i tepee erano circondati da un’alta palizzata e pochi erano gli alberi
intorno.
Orso Bruno, non andando più a caccia, aveva venduto il suo
nero cavallo e ogni mattina usciva dal villaggio unendosi ad una squadra di
uomini che stava costruendo una strada di metallo. Tornava sfinito la sera, ma
poteva sfamare la sua famiglia. Le canzoni di Luna Placida raccontavano di
sole, di luce, di prati e facevano sognare i bambini. Sguardo Lucente e i suoi
fratelli si sentivano in gabbia: odiavano i pali di legno che impedivano di
vedere il paesaggio intorno al villaggio e si scatenavano in corse, in
girotondi, costruendo giocattoli con quello che trovavano.
Aumentava in Sguardo Lucente il desiderio di tuffi nel
ruscello, il ricordo del colore dei fiori, del profumo della terra a primavera,
delle spighe mature.
Quando il dolore diventava troppo forte, Sguardo Lucente si
riempiva con tutto quello che trovava nel suo tepee e mangiava, mangiava,
inghiottiva e divorava ogni cosa commestibile.
Le sembrava di mettere così a tacere tutte le voci che le
ricordavano la sua terra lontana e di conservare dentro di sé il sapore delle
cose perdute e mai più ritrovate.
Il primo pensiero, appena sveglia era al suo villaggio
perduto…e così si riempiva la bocca di focaccia…
Sguardo Lucente sentiva il proprio corpo diventare sempre più
gonfio e pesante. I movimenti diventavano lenti e faticosi. Stava arrivando il
freddo inverso nella riserva e così la sera stavano tutti attorno al fuoco ad
ascoltare i racconti degli anziani e della loro vita prima dell’arrivo in quel
luogo strano e chiuso. Le loro storie risvegliavano i ricordi di ciò che avevano
imparato e vissuto molto tempo prima…Sguardo Lucente si riempiva il cuore
ascoltando le storie e i suoi occhi tornarono a luccicare come stelle, quando
Grande Bisonte le fece un dono…Le diede una ACCHIAPPANOSTALGIA….era un semplice
cerchio legato con alcuni cordini fino a tessere una semplice ragnatela che ne
attraversava il diametro. Grande Bisonte le disse con voce ferma e calda “Va a
cercare tutti i tuoi ricordi e mettili qui”…Sguardo Lucente imprigionò nella
tela, sassi, foglie e fiori, disegni e tutto ciò che la riportava col il ricordo
al suo paradiso perduto…Aveva così un ACCHIAPPANOSTALGIA della sua terra.
Il desiderio di cibo diminuiva e con esso la tristezza,
mentre ogni giorno, la tela si riempiva di figure.
“..Due cose possono regalare i genitori ai figli: le
radici e le ali”.
Domande per riflettere:
ANCHE A VOI A VOLTE
CAPITA DI ESSERE TRISTI, OPPURE NERVOSI E ARRABBIATI…?
CI SONO COSE CHE TI
MANCANO?
PARLANE CON LA MAMMA E IL PAPA'...
HAI VOGLIA DI FARE UN GIOCO?
PROVA AD INVENTARE NOMI INDIANI PER TE E PER LA TUA FAMIGLIA, CONSIDERANDO LE VOSTRE CARATTERISTICHE E LE VOSTRE ABITUDINI...
POI FAI UN BEL DISEGNO DI FAMIGLIA E SE TI VA INVIALO AL BLOG!
GRAZIE